La spirale (o IUD) è un dispositivo in plastica di forma varia, lungo circa cm 4 del peso di pochi grammi, su cui è avvolto un filo di rame. Tutte le spirali hanno un filo terminale che fuoriesce dal collo dell’utero per 3 o 4 cm, in modo che la paziente stessa, specialmente dopo ogni mestruazione, possa agevolmente controllare la presenza dello IUD, introducendo un dito in vagina e ricercando il filo sul collo dell’utero
Come agisce. L’azione della spirale è collegata a modeste modificazioni locali della mucosa uterina, capaci – insieme a variazioni funzionali delle tube – di disturbare il processo di fecondazione e/o di annidamento dell’uovo. A ciò si aggiunge, nelle spirali al rame, una riduzione della capacita fecondante degli spermatozoi. Uno studio condotto per conto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dimostrato che il più frequente meccanismo di azione della spirale è quello di prevenire la fertilizzazione dell’uovo, e perciò funziona più come contraccettivo che come miniabortivo.
Lo IUD dev’essere applicato e rimosso dal ginecologo. Non occorre anestesia. I giorni del flusso mestruale sono il periodo migliore per l’applicazione, sia perché il collo dell’utero è leggermente dilatato, sia perché si può escludere uno stato di gravidanza. Lo IUD può essere inserito anche nelle donne che hanno effettuato una IVG e/o un aborto spontaneo: sarà opportuno attendere il primo ciclo mestruale dopo l’interruzione della gravidanza. Dopo un parto la spirale potrà essere inserita dopo la visita post partum con la costatazione del ritorno dell’utero alle sue normali condizioni di tono e volume.
L’uso della spirale nelle donne che non hanno mai partorito può provocare disturbi simili ai dolori mestruali, che tendono a regredire dopo i primi 3 o 4 mesi. Le prime mestruazioni dopo l’applicazione dello IUD sono spesso più abbondanti e ci possono essere delle piccole perdite tra una mestruazione e l’altra. Sono molto rari i casi di disturbi, tali da rendere necessaria la rimozione della spirale (5% circa).
Prima di inserire lo IUD è necessario fare una visita ginecologica accurata ed un pap-test. Allo stato attuale delle ricerche è da escludere che lo IUD provochi tumori.
CONTROINDICAZIONI: infiammazioni cronici e/o recidivanti dell’apparato genitale costituiscono una controindicazione all’applicazione dello IUD, mentre la nulliparità o precedente parto cesareo sono controindicazioni relative, da valutare con il ginecologo. Perdite di sangue al di fuori delle mestruazioni richiedono accertamenti ed una eventuale terapia prima dell’applicazione.
SicurezzaLo IUD è uno dei metodi contraccettivi più efficaci (98-99%). Poiché esiste la possibilità di un’espulsione parziale o totale inavvertita, la donna dovrebbe imparare ad accertare da sola la presenza dello IUD, soprattutto dopo ogni mestruazione. E’ opportuno sottoporsi ad una visita di controllo dopo il primo mese di uso e successivamente ogni sei/otto mesi. Lo IUD può essere usato per diversi anni; i dispositivi intrauterini medicati con rame vanno sostituiti seconda del tipo ogni 3 o 5 anni. Dopo la rimozione, in genere è consigliabile un mese di pausa prima di introdurre un nuovo IUD.
Se una donna rimane gravida con la spirale inserita e decide di portare avanti la gravidanza, lo IUD può essere rimosso entro la 12a settimana per ridurre il rischio di un aborto con infezione, ma – se viene lasciato nell’utero – non provoca malformazioni al prodotto del concepimento.
IUD medicati. Vi sono dispositivi intrauterini che ottengono l’effetto contraccettivo rilasciando una dose costante di ormoni ad effetto progestinico; rappresentano una scelta terapeutica per la riduzione del flusso mestruale e della dismenorrea. E’ inoltre indicata in caso di endometriosi e adenomiosi , per ridurre il volume dei fibromi, proponendosi quindi come terapia medica in alternativa ad una chirurgia demolitiva dell’utero